Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri:
dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine.
In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Ho imparato che tutti quanti vogliono vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata.
Gabriel García Márquez

domenica 8 novembre 2015

Al Colle della Barma, nella Riserva Naturale Mont Mars


Istituita nel 1993, la Riserva Naturale Regionale del Mont Mars si estende per 390 ettari sul versante orografico sinistro della bassa Valle del Lys. È un ambiente tipicamente alpino, in condizione di elevata naturalità, con boschi e praterie, pietraie e pareti rocciose, laghi e zone umide. 
Percorrendo la storica mulattiera della famosa processione religiosa  Fontainemore - Oropa, che si svolge da più di quattrocento anni, il primo lago che accogliere il visitatore o il "pellegrino" è il lago del Vargno con il suo tipico ambiente, seguono il Lac Bonel, i laghi Lei-Long e il Lac de Barme.



Si segue l'autostrada A5 Torino/Aosta e all'uscita del casello di Pont Saint Martin, si svolta a destra seguendo le indicazioni per la Valle di Gressoney. Proseguendo sulla strada regionale 44, dopo l'abitato di Fontainemore si svolta a destra seguendo le indicazioni per Pillaz/Pian Coumarial. Attraversato il torrente Lys, dopo circa 8 km si arriva nell'ampio parcheggio in località Pian Coumarial 1440 m. 
Dalla palina segnavia al termine del parcheggio, si segue il sentiero 2E per il Refuge de la Barma/Col de la Barme. Intersecata per un paio di volte la strada asfalta, si continua a seguirla verso sinistra arrivando a un bivio, si continua ancora per un breve tratto in salita fino al termine della strada asfaltata. Tralasciato a destra il sentiero 2D per il M. Mars, si prosegue lungo la strada sterrata che si inoltra nel bosco e perdendo leggermente quota si arriva fino a incrociare la strada asfaltata che sale da Pillaz. Dalla palina segnavia si continua a seguire l'ampia strada sterrata che procede pressoché rettilinea, addestrandosi nel Vallone del Vargno, sul lato destro del torrente Pacoulla. Dopo alcuni ripidi tornanti, in breve si raggiunge un ponte, a poca distanza dalla diga sul lago Vargno 1650 m. 
Attraversato il ponte si arriva a una palina segnavia, tralasciato il sentiero a sinistra 2A per i Colli Marmontana/Gragliasca, si continua a seguire la sterrata. Dopo aver oltrepassato una baita, si abbandona la sterrata che prosegue verso il rifugio Coda e si imbocca la mulattiera a sinistra indicata dalla palina segnavia che risale il sovrastante vallone, passando accanto ad alcune baite. Piegando a destra si attraversano alcune pietraie e percorrendo un tratto della magnifica mulattiera lastricata, si raggiunge il Lei Long 1914 m, che si lascia a destra passando accanto alle omonime baite. Dopo un tratto in falsopiano si riprende a salire passando a sinistra di uno sperone roccioso, oltre il quale si arriva al ripiano del Lago della Balma 2022 m. Raggiunto il caratteristico Rifugio della Barma, la mulattiera inizia a salire ripidamente con vari tratti scalinati, fino a raggiungere il Colle della Barma 2261 m, posto sulla linea di confine tra la Valle d'Aosta e il Piemonte. Nei pressi del colle si trova un modesto bivacco, con accanto una croce.
Per il ritorno si segue il medesimo itinerario fatto in salita.

Malati di Montagna
Giuseppe, Patrizia, Danilo, Pg e l'Homo Selvadego


All'ingresso dell'area protetta si incontra il Lago Vargno (il toponimo Vargno deriva dal none patois dell’Abete bianco, albero caratteristico della zona ma poco frequente nel resto della regione), con il suo muraglione di sbarramento costruito nel 1916 da una società che intendeva sfruttarlo a fini idroelettrici. Successivamente, a causa di scarse garanzie di tenuta ed a seguito della tragedia del Vajont, il muro venne inciso per lasciare defluire le acque e riportarle al loro livello naturale.


Il Colle della Barma, o della Balma, (2261 m), decisa incisione nella cresta montana che funge da spartiacque fra Biellese e Valle del Lys, è il solo valico di collegamento fra la valle d'Oropa e la Vallaise, ed anche quello che consente il più rapido collegamento fra Biella e Val d'Aosta passando "attraverso i monti". Anche il toponimo, indicante la presenza di un masso sporgente e delimitante una cavità naturale, è un punto di unione fra il Biellese e Valle d'Aosta: Balma d'Andorno, Balmin, Barmaz, Barmasc, Barmasse sono alcuni esempi. È attraverso questo valico che, molto probabilmente, sono entrati nel Biellese i gallo-celti (fine V, inizio iV sec. a.C.); la sua frequentazione andò poi via via aumentando in quanto costituiva il percorso più breve per il trasporto del sale dalle miniere di salgemma della Valle d'Aosta o della Svizzera, tanto che in uno scritto del 1621 (la Breve relazione) si legge che "sopra la Madonna di Oropa si snoda la strada di viva pietra dai Romani lastricata". Ed è attraverso questo valico che i pastori della Vallaise conducevano i loro armenti alla fiera di San Bartolomeo presso l'omonimo priorato (poco a valle del Santuario), poi spostata a Biella a cavallo fra XIV e XV sec. Ed è plausibile che proprio attraverso il Colle della Barma sul finire del XIII sec. sia "entrata" nel Biellese, portata a spalle da robusti valligiani o caricati su una barella da trasporto, una slitta o sul dorso di un mulo, la statua della Madonna Nera: il motivo e l'inizio di un secolare e continuo pellegrinaggio dalle terre valdostane al sacello d'Oropa.


by Giuseppe







dettagli e traccia gpx


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