Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri:
dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine.
In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Ho imparato che tutti quanti vogliono vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata.
Gabriel García Márquez

domenica 19 luglio 2015

Sulla montagna più alta delle Prealpi Luganesi...il Pizzo di Gino o Menone...

Per la sua forma elegante e soprattutto per il panorama a 360°, il Pizzo di Gino è una delle montagne più ambite attorno al Lago di Como. La salita si svolge su strada sterrata e su sentieri agevoli, tranne l'ultimo tratto prima d'arrivare in cima. Per il ritorno abbiamo percorso la cresta ESE, dove non bisogna soffrire di vertigini e avere una certa esperienza nel percorrere sentieri molto esposti e scarsamente frequentati. Dalla palina segnavia che ci avvisa che siamo sull'Alta Via dei Monti Lariani, il sentiero prosegue senza particolari problemi fino alla Cima Pianchette.
Per il ritorno consigliamo una sosta al Rifugio Croce di Campo, gestito dalla guida alpina Andrea Savonitto, soprannominato il “Gigante”.

Dall'autostrada A9 usciamo a Como Sud e proseguiamo con la statale 340 Regina fino a Menaggio. All'uscita della galleria svoltiamo a destra e successivamente ancora a destra seguendo le indicazioni per Porlezza. Dopo Codogna-Cardano e Grandola e Uniti, alla seguente rotonda seguiamo le indicazioni a destra per la Val Cavargna.  Oltrepassati i paesi di Carlazzo, Cusino e San Bartolometo arriviamo a San Nazzaro. Dal paese vi sono due alternative, seguire a destra la stretta Via S. Antonio che attraversa il paese, oppure proseguire lungo la strada e prima della fine del paese svoltare a destra in Via Giuseppe Polastri, in entrambi i casi si arriva a imboccare sulla destra Via Tecchio. Seguiamo la strada asfaltata che sale con alcuni tornanti e poco prima d'arrivare al termine della pineta, lasciamo la macchina negli slarghi lungo la strada a circa 1280 m.
Seguiamo la strada asfalta per pochi minuti e oltrepassato il divieto di transito, arriviamo in località Tecchio, con alcune caratteristiche baite dal tetto a punta, rivolte verso valle. Abbandonata la strada, seguiamo a sinistra il "Sentiero del bosco", un bellissimo percorso che si sviluppa all'interno di un fitto bosco, ottimamente segnalato. Giunti a un bivio proseguiamo verso destra seguendo le indicazioni per il rifugio Croce di Campo, in breve usciti dal bosco, saliamo tra le felci, fino a raggiungere un promontorio, da dove appare il rifugio. Scendiamo per un breve tratto verso la strada sterrata che abbandoniamo subito, per seguire il sentiero a sinistra che sale ripidamente fino a incrociare nuovamente la strada che iniziamo a seguire. Guadagniamo quota con alcuni tornanti, fino ad arrivare a un bivio, abbandonata la sterrata che sale al vicino rifugio e dalla quale poi faremo ritorno, proseguiamo diritti in leggera discesa verso la malga di Piazza Vacchera
Raggiunto l'alpeggio (1774 m), andiamo a destra passando accanto a una stalla con numerose capre e due grossi maiali, vicino c'è anche un grande fontana. Continuiamo sulla stradina sterrata a destra, che sale fino a raggiungere un'ulteriore baita ristrutturata. Seguendo i segnavia scendiamo per un breve tratto e attraversato il torrente, proseguiamo tra l'erba alta, puntando all'evidente mulattiera poco più in alto, fatta costruire nell'ambito della "Linea Cadorna. Iniziamo a salire con lunghi tornanti, purtroppo in alcuni tratti la mulattiera è franata, ma è comunque percorribile, senza particolari problemi. Finiti i tornanti percorriamo un lungo traverso perdendo leggermente quota e arrivati a un grosso omino con segnavia bianco/rosso, tralasciamo il sentiero che scende sulla sinistra e iniziamo a risalire la larga dorsale erbosa. Facendo attenzione ai segnavia, talvolta nascosti tra l'erba, raggiungiamo l’ultimo tratto di cresta, la risaliamo con un minimo d'attenzione, cercando il percorso migliore tra le numerose tracce lasciate dagli animali, fino alla croce del Pizzo di Gino 2245 m. La giornata calda e afosa non permette d'avere un panorama completo, ma siamo ugualmente soddisfatti. Per il ritorno decidiamo di percorrere la cresta che collega il Pizzo di Gino alla Cima Pianchette. Questo sentiero va affrontato con cautela e solo da persone che hanno già una buona esperienza in montagna (EE). Dal segnavia scendiamo ripidamente per un breve tratto sul versante a nord, per poi continuare sul lato ESE della cresta, con alcuni facili passi di arrampicata. Dopo aver superato alcuni canali, raggiungiamo un'insellatura e tralasciata l'indicazione per l'Alta Via del Lario (cavo di sicurezza), proseguiamo seguendo il sentiero che taglia orizzontalmente il versante della montagna. Arrivati a una seconda palina segnavia, lasciamo a destra il sentiero che scende verso la malga di Piazza Vacchera e superato subito dopo una breve tratto roccioso (cavo di sicurezza), proseguiamo su percorso decisamente più agevole arrivando appena sotto la Cima Pianchette. Tralasciamo momentaneamente il sentiero a destra per il rifugio Croce di Campo (indicazione su un sasso), in pochi minuti saliamo in cima al monte Pianchette 2168 m. Per il ritorno seguiamo i segnavia bianco/rossi dell'ampia dorsale che scende senza particolari problemi fino al rifugio Croce di Campo 1741 m. Dopo la doverosa sosta, proseguiamo lungo la strada sterrata, ripercorrendo il medesimo itinerario fatto al mattino.
Malati di Montagna: Danilo e l'Homo Selvadego

Tecchio


Pizzo di Gino o Menone 2245 m


il sentiero sembra che non ci sia...
...ma vi garantiamo che c'è e ben segnalato




ultimo tratto attrezzato


scendendo dalla Cima Pianchette 2158 m


uno sguardo sul Pizzo di Gino e la Cima Pianchette







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