Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri:
dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine.
In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Ho imparato che tutti quanti vogliono vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata.
Gabriel García Márquez

venerdì 28 febbraio 2014

Planet Earth: Amazing nature scenery

mercoledì 26 febbraio 2014

Walter Bonatti - Al di là delle nuvole (prima puntata)

domenica 23 febbraio 2014

da Moggio alla cima Piazzo e al monte Sodadura

I Piani di Artavaggio sono un vero paradiso per chi ama gli sport invernali, soprattutto per chi usa le racchette da neve (o ciaspole). Purtroppo la sua vicinanza a Milano e il raggiungimento facilitato tramite funivia lo rendono un luogo molto frequentato, diciamo che il silenzio non abitata proprio qui...!!! Se poi ci aggiungiamo anche i tre rifugi Cazzaniga, Nicola e Casari aperti nel periodo invernale, ecco che questo luogo diventa ahimè soprattutto alla domenica una delle mete più ambite.

Provenendo da Milano seguiamo la SS36 e, arrivati a Lecco, continuiamo sulla strada prealpina orobica della Valsassina in direzione di Ballabio. Dopo l'ultima galleria, alla rotonda, continuiamo verso destra fino al colle del Balisio. Svoltiamo quindi a destra e, oltrepassato Maggio, in breve arriviamo a Moggio e quindi svoltiamo a destra seguendo le indicazioni per la Culmine di San Pietro.
Oltrepassata la stazione a valle della funivia, continuiamo fino al primo tornante dove lasciamo la macchina nel parcheggio sulla sinistra o eventualmente a lato della strada (860 m circa).
Dal parcheggio oltrepassata la sbarra ci incamminiamo seguendo le indicazioni sulla palina segnavia. Dopo un'area con alcuni tavoli e panche, tralasciamo una stradina che sale a sinistra e continuiamo diritto entrando nel bosco. Poco dopo usciamo dal bosco e ignorata una stradina a destra proseguiamo diritto su un piccolo sentiero che sale fino a intersecare una strada sterrata. La seguiamo verso destra raggiungendo un'area di sosta con una bella fontana, continuiamo a seguire la stradina e, attraversato un ponte, in breve arriviamo a una piccola radura dalla quale sulla sinistra imbocchiamo nuovamente il sentiero. Con alcuni tornanti iniziamo a guadagnare quota velocemente, incontrando, man mano che saliamo, la neve che, trasformatesi durante la notte, è ghiacciata in superfice e quindi in alcuni tratti molto scivolosa. Utili un paio di ramponcini a 6 punte, il mio consiglio è di averli nello zaino sempre durante le uscite invernali, non pesano molto e in caso di sentieri ghiacciati si evitano possibili cadute, soprattutto in discesa. Passiamo sotto ad alcune pareti rocciose e dopo aver superato qualche piccolo accumulo di neve, arriviamo in una radura. Il sentiero dopo un breve tratto in falsopiano riprende nuovamente a salire in maniera decisa fino a sbucare alla cappelletta che immette ai Piani di Artavaggio. Calzate le ciaspole ci dirigiamo verso sinistra passando sotto a una grande parete rocciosa e, in breve, arriviamo al rifugio Casari 1640 m dove ci dividiamo. Aldo e Roberto si dirigono a destra verso il Monte Sodadura, mentre noi proseguiamo sull'ampia pista battuta che seguiamo in salita fino al rifugio Nicola 1880 m. Salutati gli amici che hanno deciso di fermarsi a godersi la splendida giornata, Danilo, Silvio e Andrea ed io, proseguiamo verso la Cima Piazzo che vediamo elevarsi proprio dietro al rifugio Cazzaniga-Merlini, 1889 m. Continuiamo verso destra sull'evidente traccia, lasciandoci alle spalle il rifugio Nicola e, dopo un traverso e un breve canalino, proseguiamo verso sinistra per un breve tratto, per poi piegare verso destra risalendo il ripido pendio fino alla cima Piazzo 2057 m. Dovrebbe esserci una piccola statua della Madonna che però non vediamo, perché nascosta sotto l'abbondante neve caduta in questo periodo. Il panorama è davvero eccezionale, dal vicino Zuccone Campelli, alle Grigne fino al Resegone, per poi proseguire verso le Alpi Orobie e fin verso le Alpi Retiche...
Per il ritorno seguiamo il medesimo itinerario fatto all'andata.
Malati di Montagna: Raffaella, Andrea, Aldo, Roberto, Silvio, Luisa, Franco, Pg, Danilo e Fabio

prima di tutto l'amicizia...!!!


rifugio Cazzaniga e sullo sfondo la Cima Piazzo


ogni tanto un bianco e nero...


Silvio, Andrea e Danilo sulla Cima Piazzo


Grignetta...scendendo dai Piani di Artavaggio verso Moggio...


by Aldo







domenica 16 febbraio 2014

La storia di Jessy

Sono anni che nel mio piccolo aiuto CBM, quante volte quando sono in montagna ho provato chiudendo gli occhi a immaginare anche solo per qualche istante cosa poteva essere la mia vita senza il dono prezioso della vista, provate anche voi e poi capirete come siamo fortunati e quanto poco serva a far felice un bambino...!!!

Scopri il viaggio dal buio alla luce del piccolo Jessy 
affetto da cataratta bilaterale e curato dai medici di CBM in Uganda.

The Water

sabato 15 febbraio 2014

The Mountain

domenica 9 febbraio 2014

Parco Nazionale della Val Grande...ultima frontiera...

La natura è spesso nascosta,
qualche volta sopraffatta,
molto raramente estinta.
Francesco Bacone

Dall'autostrada A26 - Gravellona Toce, continuiamo sulla SS33 del Sempione fino all'uscita di Premosello C. Attraversato il ponte sul fiume Toce, seguendo le indicazioni oltrepassiamo Cuzzago e dopo circa 3,5 km arriviamo a Premosello. L'auto la parcheggiamo a sinistra in piazza Bolzani, poco oltre la chiesa parrocchiale di Maria Vergine Assunta 222 m circa.
Seguiamo via G. Chiovenda sul lato destro del torrente, raggiungendo il secondo ponte che tralasciamo, per proseguire a destra in via don G. del Boca all'inizio della quale in alto c'è una piccola cappella. In pochi minuti arrivati a una seconda cappella, svoltiamo a sinistra in via Garibaldi con all'inizio sulla destra una piccola fontana. Lasciato il paese alle nostre spalle continuiamo su una larga mulattiera, davanti a noi le ultime nuvole si diradano mostrandoci il Proman in veste invernale, con il quale condivideremo gran parte di questa giornata. Dalla parte opposta del torrente non si può non notare il ponte di Lut dal quale faremo ritorno e le sue sottostanti cascate. Arrivati ad un oratorio oramai abbandonato con annessa una cappella votiva, continuiamo a destra seguendo le indicazioni sulla palina segnavia per l'alpe Lut. Iniziamo a salire percorrendo una mulattiera che purtroppo è stata sostituita per alcuni tratti da uno strato di catrame, passiamo accanto ad alcune baite e man mano che guadagniamo quota possiamo già godere di un grandioso panorama sulla piana ossolana. Dopo l'alpe Motta Rossa pieghiamo a sinistra inoltrandoci nel bosco, odori, rumori ci circondano, stiamo entrando in Val Grande, dopo qualche minuto arriviamo alla baita solitaria di Pian del Manico 479 m. La salita ora si fa più sostenuta e man mano che saliamo la vista sul Proman diventa sempre più affascinante. Iniziamo a calpestare la prima neve che comunque non ci impedisce di procedere con passo sicuro, arrivati all'alpetto Cornala 638 m, costeggiamo la recinzione fino a raggiungere la bandiera tricolore, dove ci fermiamo per una breve pausa, sorseggiando un buon bicchiere di tè caldo. Riprendiamo il cammino e dalla palina segnavia procediamo in salita verso destra sull'ampio sentiero, con vista spettacolare sulla piana Ossolana. Incrociata la strada asfaltata, parzialmente coperta dalla neve, la seguiamo in salita per pochi minuti giungendo all'alpe Lüt 783 m. Come anche altri altri alpeggi in zona anche l'alpe Lüt è stato oggetto di un intenso recupero da parte degli abitanti del luogo che hanno sistemato i rustici, ristrutturato le cappelle, e che si adoperano nel taglio dei prati e nella manutenzione dei sentieri. Attraversiamo l'alpe fino alla palina segnavia, dalla quale con una breve discesa giungiamo all'oratorio, dal portico la vista naturalmente è eccezionale. Sull’origine del piccolo santuario dedicato all’Annunciazione, ci sono dati precisi a partire dalla piccola cappella originaria, che ora è incorporata nella chiesetta. La tradizione vuole che alcuni giovani del luogo, chiamati alle armi durante la prima guerra d’Indipendenza, fermatisi presso la cappelletta, affacciata sul bel pianoro, fecero voto di restaurarla se fossero ritornati sani e salvi. E così fu al loro ritorno. Ci concediamo una breve pausa, per poi proseguire con cautela sul sentiero gradinato ricoperto dalla neve che scende alquanto ripido sotto alla chiesetta. Ben presto ci ritroviamo nel bosco dove la pendenza diminuisce e con tranquillità arriviamo sulla strada asfaltata che seguiamo verso destra. La percorriamo per un breve tratto per poi seguire il sentiero a sinistra contrassegnato con i segni di vernice rosso/giallo/rosso. Arrivati in località Ronchi dietro a una baita in fase di ristrutturazione troviamo la gippabile che seguiamo verso sinistra in leggera discesa fino a incrociare la strada per Colloro (volendo si può salire alle baite superiori per poter osservare alcuni terrazzamenti ancora in ottimo stato). La seguiamo e arrivati a una bella pozza formatesi dal torrente, Raffaella e Silvio decidono di farsi un pediluvio, vi garantisco che anche se c'era il sole l'acqua era gelata…!!! Dopo questa divertente parentesi, riprendiamo il cammino e poco dopo seguiamo un ampio sentiero sulla destra non segnalato, ma di facile individuazione. Ben presto arriviamo a Colloro 508 m circa, tra le case del paese individuiamo il grande edificio bianco del Circolo ACLI che raggiungiamo. Bevuto il caffè iniziamo a scendere a lato dell'edificio fino a incontrare la mulattiera del Sentiero Natura indicata da un cartello in legno. La mulattiera inizia da subito a scendere velocemente, oltrepassata una bella cappella restaurata, proseguiamo attraversando alcune volte la strada asfaltata, fino a raggiungere un tornante dal quale seguiamo il sentiero a sinistra per il Ponte Luet indicato da una palina segnavia. Senza quasi accorgercene, se non per il rumoreggiare del torrente, arriviamo al caratteristico ponte in pietra "Luet". Vicino si possono osservare alcune piante di fichi d'india, probabilmente cresciute grazie all'ottima posizione assolata di cui godono. Passiamo accanto alla baita e iniziamo a scendere, passati sotto alla condotta forzata raggiungiamo il torrente, che in questo punto crea alcune bellissime cascatelle. Proseguendo con qualche cautela a lato del torrente arriviamo nuovamente all'oratorio sconsacrato e alla cappella da cui siamo passati al mattino. Da qui in poi ripercorriamo il medesimo itinerario, ma prima di giungere all'auto ci fermiamo ancora ad ammirare le cascate del Rio del Ponte. 
Malati di Montagna: Raffaella, Silvio, Danilo e Fabio

la Val Grande è...
...bellezza...


...storia...


...solitudine...


...spiritualità...


e anche un po' di pazzia...
ma in fondo è questa la montagna che ci piace!!!



splendido panorama sulla piana del Toce


"… quasi un'agnella dispersa dal gregge, alla porta dell’immensa Val Grande".
Questa bella e poetica descrizione è opera di don Remigio Biancossi 
che anni fa in una poesia è riuscito a cogliere in modo unico il legame 
tra lo storico oratorio e l’area oggi divenuta Parco Nazionale.


...carpe diem...


traccia gpx scaricabile


mercoledì 5 febbraio 2014

Ma non sappiamo il perchè


Un albero sotto i raggi del sole, 
un sasso segnato dalle intemperie, 
un animale, una montagna: tutti hanno una vita, 
una storia, vivono, soffrono, 
affrontano i pericoli, godono, muoiono. 
Ma non sappiamo il perchè.

Hermann Hesse

martedì 4 febbraio 2014

Banff Mountain Film Festival World Tour

lunedì 3 febbraio 2014

M’illumino di Meno 2014

"Ascoltare il buio,
vedere il silenzio."


M’illumino di Meno, la più celebre campagna di sensibilizzazione radiofonica sul Risparmio Energetico e sulla razionalizzazione dei consumi, lanciata da Caterpillar, Rai Radio2, è giunta alla sua decima edizione: è il momento di un primo bilancio da parte di chi in questi anni ha concretizzato l’invito a investire sul cambiamento delle proprie abitudini e sulle energie rinnovabili, dall’adozione del fotovoltaico all’auto elettrica, dall’uso della bici alla gestione intelligente dell’illuminazione e degli elettrodomestici.

L’invito consueto è quello di aderire ad un simbolico “silenzio energetico” nella Giornata del Risparmio energetico, il 14 febbraio 2014. Dopo aver spento i più noti monumenti delle città italiane ed europee nelle passate edizioni, Caterpillar e il suo spin-off mattutino CaterpillarAM invitano tutti, dalle istituzioni ai privati cittadini, dalle scuole ai negozi, dalle aziende alle associazioni culturali, a rendere visibile la propria attenzione al tema della sostenibilità spegnendo piazze, vetrine, uffici, aule e private abitazioni, tra le 18 e le 19,30, durante la messa in onda della trasmissione. Si tratta di un gesto simbolico cui da qualche anno affianchiamo anche l’invito ad accendere, laddove possibile, luci “pulite”, facendo ricorso a fonti rinnovabili e sistemi intelligenti di illuminazione.

sabato 1 febbraio 2014

Pericolo Verticale

La montagna è azione pura, aria di vetro e salvataggi estremi. In que­sto terreno si muovono gli uomini e le donne del Soccorso Alpino del­la Valle d'Aosta: guide alpine, medici, verricellisti e piloti di elicotteri addestrati a intervenire in situazioni limite. Situazioni in cui anche una piccola distrazione può essere fatale. La spettacolarità degli interventi di soccorso in alta montagna e l'estrema prossimità con il pericolo sono un palcoscenico perfetto per raccontare storie vere. I protagonisti di PERICOLO VERTICALE non sono eroi da fumetto: sono uomini e donne con mogli, mariti e figli a casa che li aspettano. Uomini e donne addestrati a mettere da parte le debolezze e le paure personali per salvare vite di persone che nemmeno conoscono.