Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri:
dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine.
In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Ho imparato che tutti quanti vogliono vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata.
Gabriel García Márquez

sabato 16 marzo 2024

Sentiero del Dono, con variante sul sentiero della Al del Casì

Il Sentiero del Dono è un percorso ad anello inaugurato nel 2022 e realizzato dai volontari del Gruppo Comunale AIDO Valle Imagna. Il progetto si propone di valorizzare la scoperta delle bellezze naturali e storiche della Valle Imagna. Lungo il percorso si raggiunge il Santuario della Cornabusa, incastonato sul versante di un monte a picco sulla Valle Imagna e inserito all'interno di una caverna in cui sgorga una sorgente d'acqua. Papa Giovanni XXIII (Angelo Giuseppe Roncalli), definì questa “basilica rupestre” “il Santuario più bello che esiste, perché non l’ha fatto la mano dell’uomo, ma Dio stesso”.
La variante che scende lungo la Valle del Mulino/Ca' Losio e il Ponte della Poltrasca, permette di raggiungere il sentiero della Al del Casì. Un antico sentiero riscoperto da un gruppo di volontari che hanno deciso di avviare un progetto di valorizzazione del sentiero a Sant’Omobono Terme che costeggia la valletta denominata Al del Casì. Un luogo immerso nel verde, ricco di cascate e ruscelli. 
Consiglio di percorrere questa escursione in questo periodo per le splendide fioriture che si incontrano. Si percorrono sentieri di montagna e vecchie mulattiere ancora in buono stato e alcuni brevi tratti su strada asfaltata scarsamente frequentati.
Ho la fortuna di vivere nel paese più bello del mondo, con le montagne e le valli più belle del mondo, fossilizzarsi in un solo luogo non fa al caso mio.
il Viandante Selvadego

inizio del Sentiero del Dono




segnaletica


Cepino - Parrocchia San Bernardino Da Siena



si sale tra splendide fioriture


vecchie vie...




Inizio dell'antico sentiero che ripercorre lo stesso percorso che facevano i pellegrini salendo a piedi nudi e in preghiera verso il Santuario. Lungo il percorso si possono ammirare 7 santelle dedicate ai Dolori di Maria.





Valle Imagna









si inizia a salire con una lunga serie di stretti tornanti





Ma la vita cos'è? tutto o niente, forse neanche un perché..



si inizia a scendere lungo una bella mulattiera...



per poi proseguire su sentieri fioriti....


un'oasi di pace...



Ponte della Poltrasca
Difficile dire a quando risale la costruzione del ponte, data la mancanza di documenti storici che lo menzionano. La struttura è primitiva e il nome attribuitogli si riferisce a un ceppo linguistico pre-romano; sono ben poche informazioni per poter dare al ponte una giusta età.


Valletta denominata Al del Casì


domenica 10 marzo 2024

Ci sono giornate in cui la montagna ti dice "stai a casa"

«Chi vive in montagna è abituato a queste grosse nevicate, d’altronde è inverno. Sono i cittadini che magari non riescono a rinunciare al fine settimana sulla neve: ieri non ci si doveva muovere. Sciare non era una grande idea. I montanari sanno che quando nevica tanto si deve stare a casa». 

Così lo scrittore Paolo Cognetti commenta - su LaPresse - le abbondanti nevicate che hanno coinvolto la catena alpina nello scorso fine settimana. 

«Siccome è domenica pensiamo di dover andare in montagna a tutti i costi - prosegue - invece ci sono giornate in cui la montagna ti dice "stai a casa". Ma non sappiamo più leggere e ascoltare i segnali della natura. I montanari lo sanno benissimo, aspettano in casa che sia tutto finito e poi puliscono. Da sempre». 

Le parole dello scrittore milanese, che tuttavia trascorre lunghi periodi dell'anno in Val d'Ayas (in Valle d'Aosta), motivano una riflessione. Si fa infatti sempre più dilagante e pervasiva l'incapacità di intravvedere nella rinuncia qualcosa di cui godere. È una condizione indotta da una struttura sociale che spinge a spremere il tempo libero fino all'ultima ora, all'ultimo minuto: nei fine settimana bisogna concentrare le esperienze che i ritmi frenetici dei giorni feriali non permettono di vivere. È una condizione esogena, da cui è difficile svincolarsi se non attraverso una complessa e progressiva rivalutazione di se stessi e del proprio rapporto con lo spazio e con il tempo. Tempo cronologico e tempo meteorologico. In questo processo è prima di tutto necessario osservare e ascoltare, e solo in seguito calibrare le proprie attività nella consapevolezza che un giorno in meno con gli sci ai piedi o con le mani aggrappate alla roccia non si deve sempre considerare un'occasione persa, ma spesso può aiutarci ad aprire lo sguardo a nuove esposizione. Può dilatare il ventaglio di possibilità che offre il contesto in cui risiediamo. Può arricchire la vita; può aiutarci a uscire da una dimensione esclusivamente sportiva della montagna per insegnarci a leggere le sfumature culturali che la caratterizzano. La distinzione montanaro-cittadino, nonostante sopravvivano alcune marcate differenze, va tuttavia sfumando in un crescente intreccio culturale dettato da traiettorie economico-lavorative in parte simili. Il timore di sciupare il tempo libero a causa del maltempo è spesso condiviso anche da chi risiede in montagna, perché provocato da impostazioni sociali pervasive, capaci di raggiungere anche le valli più remote. 

di Pietro Lacasella per L'Altramontagna

sabato 17 febbraio 2024

Croce dell'Uomo da Cernobbio

Piacevole escursione ad anello sui monti sopra Cernobbio. Il panorama dai Monti di Duello e dalla Croce dell’Uomo sul primo bacino del ramo comasco del Lario è unico. Un luogo che fa da confine tra Italia e lo stato elvetico, i cui sentieri hanno visto passare ladri, contrabbandieri e dissidenti in fuga. Durante il percorso si possono ammirare le sculture in legno di Giò Aramini, simpatici animaletti, fiori, personaggi fantasiosi e le storie del bosco saggio. Non ci sono difficoltà, si percorrono mulattiere con qualche tratto ripido e strade sterrate Agro-Silvo-Pastorale. Ho la fortuna di vivere nel paese più bello del mondo, con le montagne e le valli più belle del mondo, fossilizzarsi in un solo luogo non fa al caso mio.
il Viandante Selvadego

mmm...non sono sicuro dove andare...



Inizio della Via dei Monti Lariani, itinerario escursionistico che rientra nel tratto lombardo del Sentiero Italia. La Via dei Monti Lariani collega Cernobbio a Sorico, costeggiando in quota tutto il lato occidentale del Lago di Como.



Oratorio della Beata Vergine di Asnigo



...vecchie vie...


...guado...


...senza fretta...


gli anni passano ma la vecchia mulattiera è ancora in buono stato...


...la natura si riprende quello che era suo...




Belvedere Monti di Duello




baite ben ristrutturate...si percepisce l'amore per il proprio territorio...


indicazioni che si integrano perfettamente con la natura circostante...


Piazzola ed i suoi legni







uno sguardo ai Monti di Duello


...voglia di abbracci...


...pronti si parte...


la bottega di Giò Aramini





Le bugie, ragazzo mio, si riconoscono subito, perché ve ne sono di due specie: vi sono le bugie che hanno le gambe corte, e le bugie che hanno il naso lungo: la tua per l’appunto è di quelle che hanno il naso lungo.





inizio Sentiero del Viulin


verso...


... la Chiesetta dedicata a Sant’Abbondio



Croce dell’Uomo o Crus da l’omm
“… dice la vecchia cronaca che l’ultimo giorno del mese di agosto, di un anno non ben precisato, sul finire del secolo XVII°, un contadino di Piazza Santo Stefano (ora comune di Cernobbio) scendeva frettoloso dalla montagna, trascinando un fascio di legna, mentre imperversava un furioso temporale sviluppatosi quasi improvvisamente, e che giunto sul cocuzzolo del monte che sovrasta al paese fu colpito dal fulmine che lo lasciò cadavere. I parenti, dopo penose ricerche, ne trovarono finalmente la salma e a ricordare il luttuoso evento impiantarono in luogo una rustica croce di legno; da allora la gente del paese volendo indicare quella località, soleva dire – là… dove è la croce di quell’uomo, e quindi ne venne il nome di Croce dell’Uomo che quella località conserva tutt’ora…” 
(tratto dagli appunti di Luigi Dotti sindaco di Piazza Santo Stefano, 1924)





la bella strada lastricata


ancora belle visuali...



primule a febbraio...!!!



si ritorna a casa...